Quando siamo di fronte ad un
bambino che presenta le caratteristiche tipiche del Disturbo da Deficit di
Attenzione e Iperattività (ADHD) fare i compiti può diventare davvero
un’esperienza frustrante e stressante sia per i bambini che per chi li aiuta
(genitori, tutor doposcuola, fratelli, ecc.).
L’ADHD si manifesta fin dai primi anni di vita
in più contesti (scuola, gioco, casa, ecc.) attraverso sintomi di:
-
disattenzione
(spesso il bambino ha difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle
attività di gioco, non segue le istruzioni, perde gli oggetti , è facilmente
distraibile, ha difficoltà ad organizzare le attività, commette errori di
distrazione, ecc)
-
iperattività
(spesso muove con irrequietezza mani e piedi, non riesce a rimanere fermo sulla
sedia, si alza continuamente, ha difficoltà a giocare in modo tranquillo, rompe
gli oggetti, ecc)
-
impulsività
(ha difficoltà ad attendere il proprio turno, è invadente nei confronti degli
altri, “spara” risposte prima che le domande siano terminate, ecc)
Generalmente i bambini con tali
caratteristiche hanno difficoltà di autoregolazione e di inibizione (causa di
comportamenti impulsivi). Presentano un’alterata percezione del tempo, scarsa
capacità di pianificazione di attività rivolte ad un obiettivo (indispensabile
per svolegere i compiti) possono sviluppare atteggiamenti aggressivi,
oppositivi e provocatori, mostrano difficoltà relazionali, bassa autostima e
poca tolleranza alla frustrazione.
Tre sono i principi basilari
da considerare quando si lavora con bambini con questo quadro clinico, ma ciò
vale anche per tutti i bambini lievemente disattenti, demotivati o molto
vivaci: brevità, varietà e struttura.
Brevità: i bambini con ADHD iniziano la maggior parte dei loro
compiti con il minor impegno possibile e ciò determina un più rapido
superamento della soglia necessaria a rimanere impegnati sul compito. Esercizi
brevi e frequenti producono un miglioramento nel rendimento scolastici.
Varietà: se una stessa attività viene presentata ripetutamente,
essi rispondono con sforzo e motivazione decrescenti. La manipolazione di
materiali diversi rende il compito più interessante (uso di fotografie,
filmati, musiche, materiali o oggetti, immagini, ecc.).
Struttura: è molto importante fornire, per quanto possibile, una
routine costante con attività altamente organizzate (fare i compiti sempre alla
stessa ora, dopo determinate attività, con la stessa persona, nello stesso
luogo ecc). È importante stabilire dei “rituali” prima di svolgere i compiti
che indichino allo studente il momento di impegnarsi (ad esempio prima di
cominciare ci si siede, si legge il diario e si sistema il materiale
indispensabile). Tutto ciò favorisce la previsionalità degli eventi e allevia l’ansia.
Cerchiamo di individuare alcune
indicazioni in base alle diverse difficoltà del bambino. In generale si
raccomanda di trovare uno spazio luminoso e poco rumoroso, privo di stimoli
distraenti.
Difficoltà a mantenere l’attenzione nel tempo. Chi aiuta lo
studente dovrebbe prendersi un primo periodo di osservazione per capire quale
sia il tempo di tenuta attentiva e in
base ad essa modulare le attività scolastiche spezzettando ad esempio i compiti
con brevi ma frequenti pause prestabilite che permettano al bambino di
ricaricarsi (si potrà concedere una corsa, la merenda, un giro per la casa,
ecc). Con il tempo sarà possibile anche ampliare gradualmente i tempi di
lavoro, allenando il bambino a mantenersi concentrato per periodi sempre più
lunghi.
Difficoltà a mantenere l’attenzione
alle consegne. Può essere efficace far rileggere la consegna e
ripeterla con parole proprie, sottolineare i punti salienti (con la guida del
tutor o genitore) e costruire un piano schematico delle sottofasi del compito.
Impulsività e scarsa pianificazione. Si potrebbe chiedere al
bambino di prendere la penna o aprire il libro solo qualche secondo dopo aver
letto la consegna in modo da allenare l’inibizione di reazioni automatiche e
risposte impulsive. É opportuno insegnare una procedura di pianificazione,
composta da 5 fasi, guidata dall’adulto: 1. Cosa devo fare? 2. Considero tutte
le possibilità 3. Fisso l’attenzione 4. Scelgo una risposta 5. Controllo la mia
risposta! Questo è uno schema generale da poter eventualmente generalizzare e personalizzare
in base al compito e alla materia.
Inizialmente può sembrare un
lavoro complesso ma, se organizzato adeguatamente, porterà una semplificazione e
la possibilità di vivere un’esperienza più positiva e serena. Il bambino con
ADHD necessita di una rigorosa struttura e regole precise che lo guidino nelle
attività soprattutto quelle vissute con demotivazione. L’aiuto di un adulto
competente che valorizzi le potenzialità del bambino piuttosto che sottolineare
il punti di debolezza o le criticità, che sia capace di accettare e contenere
le difficoltà, permetterà di sperimentare un senso di autoefficacia ed
autonomia, fondamentali per fortificare l’autostima! Sicuramente chi prende in
carico il bambino dovrebbe poter contare sul sostegno e la consulenza di un
professionista che supervisioni il lavoro svolto sia a casa che a scuola.
Bibliografia:
"ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli
insegnanti". Erickson 2013.
"Missione Compiti. Manuale di sopravvivenza per
genitori". Erickson.
Dott.ssa Alisa Polacci
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.