Fare i compiti con bambini iperattivi e disattenti













“Mio figlio è un terremoto e non sta mai attento!”, “Non ne posso più, fare i compiti è diventata un’odissea!”, “É pigro e non ha mai voglia di studiare..”, quante di queste frasi vengono pronunciate dai genitori esasperati dal comportamento dei figli durante i compiti per casa?

Quando siamo di fronte ad un bambino che presenta le caratteristiche tipiche del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) fare i compiti può diventare davvero un’esperienza frustrante e stressante sia per i bambini che per chi li aiuta (genitori, tutor doposcuola, fratelli, ecc.). 

 L’ADHD si manifesta fin dai primi anni di vita in più contesti (scuola, gioco, casa, ecc.) attraverso sintomi di:
-          disattenzione (spesso il bambino ha difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle attività di gioco, non segue le istruzioni, perde gli oggetti , è facilmente distraibile, ha difficoltà ad organizzare le attività, commette errori di distrazione, ecc)
-          iperattività (spesso muove con irrequietezza mani e piedi, non riesce a rimanere fermo sulla sedia, si alza continuamente, ha difficoltà a giocare in modo tranquillo, rompe gli oggetti, ecc)
-          impulsività (ha difficoltà ad attendere il proprio turno, è invadente nei confronti degli altri, “spara” risposte prima che le domande siano terminate, ecc)
Generalmente i bambini con tali caratteristiche hanno difficoltà di autoregolazione e di inibizione (causa di comportamenti impulsivi). Presentano un’alterata percezione del tempo, scarsa capacità di pianificazione di attività rivolte ad un obiettivo (indispensabile per svolegere i compiti) possono sviluppare atteggiamenti aggressivi, oppositivi e provocatori, mostrano difficoltà relazionali, bassa autostima e poca tolleranza alla frustrazione.

Tre sono i principi basilari da considerare quando si lavora con bambini con questo quadro clinico, ma ciò vale anche per tutti i bambini lievemente disattenti, demotivati o molto vivaci: brevità, varietà e struttura.
Brevità: i bambini con ADHD iniziano la maggior parte dei loro compiti con il minor impegno possibile e ciò determina un più rapido superamento della soglia necessaria a rimanere impegnati sul compito. Esercizi brevi e frequenti producono un miglioramento nel rendimento scolastici.
Varietà: se una stessa attività viene presentata ripetutamente, essi rispondono con sforzo e motivazione decrescenti. La manipolazione di materiali diversi rende il compito più interessante (uso di fotografie, filmati, musiche, materiali o oggetti, immagini, ecc.).
Struttura: è molto importante fornire, per quanto possibile, una routine costante con attività altamente organizzate (fare i compiti sempre alla stessa ora, dopo determinate attività, con la stessa persona, nello stesso luogo ecc). È importante stabilire dei “rituali” prima di svolgere i compiti che indichino allo studente il momento di impegnarsi (ad esempio prima di cominciare ci si siede, si legge il diario e si sistema il materiale indispensabile). Tutto ciò favorisce la previsionalità degli eventi e allevia l’ansia. 

Cerchiamo di individuare alcune indicazioni in base alle diverse difficoltà del bambino. In generale si raccomanda di trovare uno spazio luminoso e poco rumoroso, privo di stimoli distraenti.
Difficoltà a mantenere l’attenzione nel tempo. Chi aiuta lo studente dovrebbe prendersi un primo periodo di osservazione per capire quale sia il tempo di tenuta attentiva e in base ad essa modulare le attività scolastiche spezzettando ad esempio i compiti con brevi ma frequenti pause prestabilite che permettano al bambino di ricaricarsi (si potrà concedere una corsa, la merenda, un giro per la casa, ecc). Con il tempo sarà possibile anche ampliare gradualmente i tempi di lavoro, allenando il bambino a mantenersi concentrato per periodi sempre più lunghi.
Difficoltà a mantenere l’attenzione  alle consegne. Può essere efficace far rileggere la consegna e ripeterla con parole proprie, sottolineare i punti salienti (con la guida del tutor o genitore) e costruire un piano schematico delle sottofasi del compito.
Impulsività e scarsa pianificazione. Si potrebbe chiedere al bambino di prendere la penna o aprire il libro solo qualche secondo dopo aver letto la consegna in modo da allenare l’inibizione di reazioni automatiche e risposte impulsive. É opportuno insegnare una procedura di pianificazione, composta da 5 fasi, guidata dall’adulto: 1. Cosa devo fare? 2. Considero tutte le possibilità 3. Fisso l’attenzione 4. Scelgo una risposta 5. Controllo la mia risposta! Questo è uno schema generale da poter eventualmente generalizzare e personalizzare in base al compito e alla materia. 

Inizialmente può sembrare un lavoro complesso ma, se organizzato adeguatamente, porterà una semplificazione e la possibilità di vivere un’esperienza più positiva e serena. Il bambino con ADHD necessita di una rigorosa struttura e regole precise che lo guidino nelle attività soprattutto quelle vissute con demotivazione. L’aiuto di un adulto competente che valorizzi le potenzialità del bambino piuttosto che sottolineare il punti di debolezza o le criticità, che sia capace di accettare e contenere le difficoltà, permetterà di sperimentare un senso di autoefficacia ed autonomia, fondamentali per fortificare l’autostima! Sicuramente chi prende in carico il bambino dovrebbe poter contare sul sostegno e la consulenza di un professionista che supervisioni il lavoro svolto sia a casa che a scuola. 

Bibliografia:
"ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti". Erickson 2013.
"Missione Compiti. Manuale di sopravvivenza per genitori". Erickson.


Dott.ssa Alisa Polacci

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